Cosa significa usare il digitale per i territori e nelle comunità?

«Il digitale oggi è il luogo in cui viviamo e nel quale sviluppiamo relazioni. Da queste relazioni poi possiamo costruire servizi che devono usare la tecnologia come supporto e leva per arrivare più facilmente alle persone».

Maria Rita Fiasco, imprenditrice digitale e fondatrice del Gruppo Pragma che è parte del sistema scientifico e tecnologico di AREA Science Park di Trieste, è uno degli esperti di Top Metro Fa Bene che seguiranno le realtà nel loro percorso per migliorare le idee presentate e arrivare pronte alla call for proposals.

L’abbiamo intervistata per capire perché il digitale può essere utile per lo sviluppo delle comunità. Ecco cosa ci ha risposto.

In che modo il digitale può essere utile per progetti di innovazione sociale sui territori e le comunità?

Il digitale oggi è il luogo nel quale noi viviamo. Nel quale sviluppiamo relazioni attraverso le quali poi creiamo servizi. Servizi che possono essere ideati per la comunità dalla tecnologia che è supporto e leva per farli arrivare facilmente alle persone.

Poi c’è il digitale come luogo di comunicazione e relazione, che deve servire per tenere unita la comunità e attivare uno scambio tra conoscenze e competenze.

E poi c’è inclusione, che è molto importante, perché il digitale permea la nostra vita indipendentemente da quanto ne siamo consapevoli. 

Dobbiamo concepire i servizi in maniera utile per le persone per poter abbattere le barriere d’accesso.

Perché un la parola inclusivo non si deve riferire solo alle persone fragili o con disabilità, ma a tutti, in modo da migliorare la vita dell’intera comunità.

Come si può superare le barriere d’uso del digitale e i problemi di connettività?

Le infrastrutture sono fondamentali e lo abbiamo capito chiaramente in questo periodo. A livello politico e strategico questo è stato visto in ogni contesto e occasione.

Sull’accessibilità ai servizi lato “esperienza dell’utente” c’è da fare molta strada, ma è un terreno senza limiti per quanto riguarda la progettualità. La progettazione di servizi davvero accessibili a tutti è una sfida aperta.

I servizi non dobbiamo pensarli “per”, ma “insieme con”. Applicare questo alle tecnologie digitali è importante.

Noi pensiamo di non saper usare il digitale in modo consapevole, ma abbiamo in tasca strumenti potenti come una macchina su un circuito ad alta velocità. Dobbiamo imparare a guidarla.

La cosa bella per me è che l’innovazione e la creatività sono per tutti.

Un suggerimento che posso dare a tutti è: usiamo la leva dell’osservazione attenta e consapevole della nostra realtà e delle persone con le quali viviamo. Perché l’innovazione nasce dall’osservazione. 

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